“Riflessi e trasparenze” è un percorso nato nel 1996.
Inizialmente mi piaceva immortalare dei momenti, che fotografavo soprattutto durante i miei viaggi, cogliere istanti testimoni di un’atmosfera particolare che portavano con sé una carica romantica e sensuale e già molto prima dell’uso degli smartphone, selezionavo luce e oggetti per meglio armonizzarli.. Successivamente è stato necessario analizzare quanto di me ci fosse in quei soggetti, talvolta con oggetti vintage carichi di storie e quanto essi volessero comunicare all’osservatore oltre ciò che si vedeva nello stile: Still life, Art food e una qualche similitudine ai Mandala poiché il lavoro lento e minuzioso che porta ad una catarsi, richiede molta concentrazione.
I soggetti di vetro e metallo li considero metafore che rappresentano il mio stile di vita.
Li ho associati all’importanza di lasciar trasparire le emozioni, all’osservarsi, per conoscerci profondamente ed essere trasparenti in primis con noi stessi. Quando questa presa di consapevolezza è conquistata quotidianamente, inevitabilmente la riflettiamo all’esterno come fa il metallo, influenzando ciò che ci circonda.
Oltre a immortalare nei miei viaggi l’emozione di un attimo, riporto su carta oggetti di un tempo narranti storie, odori, sapori e atmosfere, per farli arrivare a chi li osserva.
Un magico gioco di sintonia e seduzione tra luci di varia intensità e gli oggetti, come ad associare il vetro alla figura femminile con certe caratteristiche e il metallo con altre. Mentre il vetro viene sfiorato o penetrato a seconda dell’intensità della luce, metaforicamente maschile, il metallo ne rimane esaltato acquistando fascino e bellezza.
Questo filone mi vede protagonista da oltre venticinque anni di un lavoro interiore con approccio olistico, arricchito da un Master in Art Counseling nel 2017, dove anche nella tesi riporto il senso del mio lavoro acquarellistico associato alla Salutogenesi.